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Fuori collana / Saggistica

Raffaello tradito

Nel 1519, all’apice della sua carriera artistica, Raffaello scrive con Baldassar Castiglione una lettera a papa Leone X accusando i pontefici precedenti e la curia cardinalizia di aver distrutto tanta parte di Roma antica allo scopo di «cuocerne i marmi e farne vile calce pozzolana». L’autore delle Stanze della Segnatura e dello Sposalizio della Vergine descrive la Città Eterna come il «cadavere di una nobile patria», raccontando già allora l’urgenza di conservarne tutta la «grandezza italiana» insita nel suo immenso patrimonio. Roma invece subirà nei secoli successivi la violenza della speculazione politica ed edilizia – salvo sotto la tutela di sindaci laici e progressisti come Pianciani e Nathan – che ne mutilerà il volto e persino l’anima.

Ricostruendo in questo pamphlet la parabola umana e artistica di Raffaello, Vittorio Emiliani prosegue il suo percorso
di divulgazione e difesa dei beni artistici del nostro paese contro l’incessante minaccia dell’antipolitica e del malcostume culturale.

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